
Nel corso della sovrabbondanza informativa, trovare un corso non è più difficile.
Ciò che è davvero complesso è capire quale formazione serve davvero, e da chi farsela fare.
Ogni giorno aziende di ogni dimensione ricevono proposte formative, inviti a webinar, percorsi di upskilling, cataloghi pieni di sigle.
Eppure, spesso la formazione resta… inefficace.
1. Trovare non è scegliere
Le piattaforme di corsi e i portali di eventi formativi sono ovunque.
Ma trovare una proposta non significa scegliere quella adatta: serve una connessione tra bisogno reale e risposta formativa.
Il problema, oggi, non è l’offerta.
È l’eccesso di offerta indistinta.
Come si fa a capire se un corso sulla leadership è quello giusto per il mio middle management?
Oppure se un percorso sul public speaking è pensato per chi deve vendere o per chi deve parlare a una platea interna?
Il punto non è il titolo.
Il punto è il contesto, il target e l’obiettivo concreto.
2. La formazione efficace nasce da una richiesta ben posta
Molte aziende non riescono a valorizzare la formazione semplicemente perché non la richiedono bene.
Una richiesta vaga (“ci serve un corso sul team working”) riceverà risposte vaghe.
Una richiesta ben costruita – anche con l’aiuto di un professionista della formazione – permette invece a coach, enti o società consulenziali di personalizzare meglio l’intervento, ottimizzare tempi e portare risultati tangibili.
Il problema non è solo trovare chi eroga corsi.
Il problema è creare un linguaggio comune tra chi ha bisogno e chi può offrire una risposta formativa su misura.
3. Matching non è intermediazione, ma interpretazione
Il vero matching formativo non si limita a mettere in contatto due soggetti.
Si tratta di leggere un bisogno complesso e saperlo tradurre in proposta formativa attraverso una selezione ragionata.
Questo può avvenire in molti modi:
- tramite esperti della formazione e del lavoro,
- tramite processi guidati di raccolta esigenze,
grazie a strumenti digitali che agevolano un dialogo intelligente tra chi cerca e chi propone.
Non si tratta di "vendere corsi", ma di costruire ponti formativi efficaci.
4. Chi propone formazione deve imparare ad ascoltare
Dall’altra parte, chi offre percorsi – coach, formatori, enti – spesso si concentra sul promuovere la propria offerta già pronta.
Ma la vera forza oggi sta in chi sa rispondere a un bisogno specifico, non in chi ha il catalogo più lungo.
Serve un cambio di paradigma:
Dal “ecco cosa offro” al “raccontami cosa ti serve”.
È qui che si gioca la differenza tra formazione proposta e formazione scelta.
5. Dove andremo? Il futuro è nel matching consapevole
Il futuro della formazione non sarà fatto solo di contenuti più digitali o strumenti più sofisticati.
Sarà fatto di connessioni più intelligenti tra persone, bisogni e risposte.
Il matching formativo non è una funzione da delegare a un algoritmo.
È una sfida umana: quella di interpretare, selezionare e scegliere con attenzione.
E quando funziona, cambia davvero le cose:
- Migliora il clima aziendale,
- Rafforza le competenze in modo mirato,
- Fa sentire le persone ascoltate, non solo formate.
Conclusione
La vera innovazione nella formazione aziendale non è il contenuto.
È la connessione giusta tra chi sa cosa serve e chi sa come farlo succedere.
La buona notizia?
Possiamo imparare tutti a farla meglio, questa connessione.
Con metodo, ascolto e una nuova consapevolezza.

Team Tableda
Redazione